venerdì 10 aprile 2020

AUGUSTA TAURINORUM CAPUT ITALIAE

AUGUSTA TAURINORUM CAPUT ITALIAE

La città che amo è proprio magica.
La città che amo, anche se è all'angolo, tra vortici di magia bianca e magia nera, è sempre al vertice.
Nella città che amo moltissimi ammirano le magie di stelle, a strisce bianconere.
Nella città che amo, sfregiata dalle bombe nemiche, si sente ancora l'urlo di vecchi cuori feriti, dal colore granata.
La città che amo è stata una Casa Reale che ha regnato a lungo, fino a quando è stata disturbata dal pianto di una neonata Repubblica a cui hanno tolto le fasce...
Per la città che amo è facile primeggiare e non è mai seconda a nessuno.
La città che amo è stata la prima Capitale di un'Italia unita da espressioni geografiche dialettali e di italiani ancora da fare.
La città che amo aveva già le 4 ruote di automobili e, per farle guidare a tutti gli italiani, ha chiamato il collocamento per offrire loro un lavoro ed un'opportunità.
La città che amo veniva lasciata da sola ad agosto, quando si svuotava dei suoi lontani ospiti con i cuori in affitto.
La città che amo ha preparato un fetta di polenta talmente stretta da soddisfare il palato fine dei suoi polentoni.
La città che amo è un museo a cielo aperto: quello Egizio custodisce faraonici tesori, quello dell'Auto è un concessionario d'epoca, quello del cinema conserva i suoi film in pellicole protettive, quello della Montagna prega sulla collina dei suoi frati.
La città che amo è un salotto barocco dagli ampi Saloni di bellezza... un tempo del Gusto e adesso del Libro, prestato ad altri e palesemente fotocopiato.
La città che amo è una Gran Madre che volta le spalle alla sua collina e segue con lo sguardo un figlio che è li, solo in centro.
La città che amo ha dei Murazzi con grandi macchie umidificate dal fiume più lungo dal nome un Po corto.
La città che amo ha anche il suo Monte, di cappuccini ordinati religiosamente nei suoi numerosi caffè.
La città che amo è Chiesa e Sepolcro di un D'Uomo lenzuolo di un Giubileo Sacro ed atteso..
La città che amo ha una Basilica che veglia e rialza i suoi caduti, vinti solo dal fato.
La città che amo ha una Mole immensa, talmente alta che ha una stella come punta.
La città che amo è lunga di portici, fatti anche di carta, e se inizia a piovere ci immergeremo nella lettura di libri dal profumo buono e non di cartapesta.
La città che amo ha un suo Castello, piazzato nel centro ed un cavallo dalla faccia di bronzo.
La città che amo offre da bere a tutti, pubblicamente; l'acqua fresca esce dalla bocca di tori verdi ed immobili anche se gli sventoliamo davanti fazzoletti rossi.
Della città che amo dicevano che era talmente fredda che poi le hanno regalato un'olimpiade di neve.
La città che amo è dolce nella sua maschera di cioccolato al Gianduja.
La città che amo è una bella scoperta per tutti quelli che non ci sono mai stati e per quelli che ci sono sempre.
La città in cui vivo da innamorato di Torino è Collegno. Essendo la sua cintura, sono praticamente attaccate. Ma anche loro, come noi, rispettano gli attuali divieti... infatti, tra di loro c'è sempre una Metro di distanza.
Buona giornata
 
 

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