lunedì 31 maggio 2021

LO SMEMORATO DI COLLEGNO

Navigatore difettoso e distratto, perdo spesso e volentieri il segnale di pericolo nello spazio di satelliti che ruotano, panoramici, nella mia testa, sistematicamente su un altro pianeta. Anche se nato sotto il segno dei pesci, non sarò mai sano in quella mente che, in verità, mente spesso al mio corpo, sempre in guardia e poco diplomatico. Mi sento legato alla vita per la vita, libero nell’impazzire di gioia, urlando al cielo MAIUNANOIA! Nella mia camicia bianca, avrò la forza di volare, lassù, su nidi di cuculi a cavallo del manico(mio) di una scopa magica, elettrica e scioccante. Ed io che pensavo di essere super, ho capito che non sarò mai normale, perché, già nella parola, il minore del male è il suo meno. Al più preferisco essere un diesel. Essere folle è uno Stato di necessità che non ha frontiere ne confini ed io, da sempre apolide, ho ottenuto il suo passaporto. Andare in folle è fonda-mentale per togliere la marcia disciplina di una guida sicura, lungo percorsi già tracciati da altri. Il matto dentro di me mette in scacco il mio essere, sempre umano, molto animale, mai vegetale. Squilibrato è il mio aggettivo preferito, per me, equilibrista, sempre sul filo del rasoio. Caldo e stufo di non essere identificato, mi sento alienato nel mio IO, molto extra e poco terrestre. Missionario spaziale, sono un Lunatico che non punta mai l’indice al gradimento, e, spesso solare, guardo la Luna che, come me, non mostra mai il suo lato oscuro. Sono irragionevole quando do ragione ad un torto subito nella constatazione di un’amichevole scontro a fuoco, lento e mai fatuo. Mi do dello scemo e più scemo quando leggo e non voglio capire. Pagliaccio dell’errore, sono un mattacchione eterno, crazy e crasi della mia anima matta da secchione. Da sempre non violento, sono diventato un picchiatello per le botte, piene di vita che ho preso ed ho restituito vuote. Passionale, ho preso al volo le mie occasioni, sciroccato nel vento delle mie emozioni. Buontempone imprevedibile e variabile, prevedo sempre il tempo migliore per uscire... soprattutto di testa! Esco spesso fuori sul mio balcone che, insieme alla mia testa accoglie, raccoglie e spedisce altrove i miei sguardi sognanti. Scosso, ho la memoria corta nel corto circuito di nervi scoperti ad alta tensione e profumati al fior di pelle. Ho sempre la pazza idea di mettere in gioco la mia vita con la carta bianca e matta di un re positivo e contagioso, con la corona e senza virus. Come una Furia pazzesca, surfo nel mare aperto della mia fantasia galoppante. Sono matto come un cavallo con la febbre di vita che sale all’altezza dei miei piccoli brividi… quelli che prima fanno tremare la fronte della mia salute mentale e poi mi lasciano, statico e dinamico, nell’equilibrio sopra la follia...

lunedì 3 maggio 2021

D'AMORE E DI ACCORDI

... laggiù, dove finiscono le tue dita incomincia la tua inseparabile chitarra, oggetto strumentale di ogni tuo desiderio. Hai toccato le corde giuste di un cielo capriccioso, nel lampo fulminante dei tuoi passi, spediti oltre le colline. Hai puntato l'indice d'ascolto sulle labbra di un frastuono assordante e hai creato un silenzio che non si può più ascoltare. Nemmeno per gioco. E noi qui, immersi e sommersi nei nostri pensieri, tratteniamo il respiro ogni volta che sentiamo il suono di un telefono. Tanto amato quanto odiato. Hai tracciato una linea, a volte libera di un orizzonte accogliente e a volte velata ombra di nuvole gonfie. Caro Fabrizio, ora fermati un attimo e ascolta, in religioso silenzio, la mia voce, muta e novizia, che oggi ha preso i voti, massimi e segreti, nelle parole che non ti ho mai detto. Sai Fabrizio che il niente di un vuoto doloroso voleva fregare anche me? Il dolore ha contato le mie ore, ma i conti non tornavano, ormai persi e dispersi in giorni malati, sofferenti di mal d’amare. La Malattia, mai sola, ha accompagnato mia moglie in un viaggio senza ritorno. Lei, Daniela, era la mia buona compagnia. Ma lui, l’infame dolore, non aveva fatto i conti con me; io, ladro e gentiluomo, gli ho fregato il suo tempo prezioso, frugando nelle borse dei miei occhi, già sfregati dalle gocce di una futura memoria. Mi sono sfregato le mani ed ho lavato il viso, ieri sfregiato, oggi fregiato con nuovi sorrisi e domani impermeabile ai pregiudizi di diluvi universali. Stanco ed inquieto dopo la tempesta di rabbia ho cercato e trovato un posto al sole, mai più da solo. Come la statua di una nuova libertà. A volte nano e stanco, mi sono appisolato e mi sono abbronzato la faccia di bronzo, colpevolmente sbronzo per l'ennesimo bicchiere che vedevo mezzo vuoto. Cronico ubriaco di vita, ho provato a scrivere e descrivere la cronaca nera dei miei giorni febbrili, letti e sdraiati nel loro eterno riposo. Adesso Fabrizio, finalmente libero delle mie scorie mentali, mi sento ancora radioattivo per fare la cronaca, di nuovo rosa, di quello che abbiamo preparato per te... chilometri di braccia per avvolgerti; ore d'amore per baciarti; pazienza e comprensione per ascoltarti; risposte per dare un senso alle tue domande; parole per dare forma ai tuoi pensieri; lacrime dolci per la gioia nel rivederti; speranza che ci tiene legati alla vita; tempo per ascoltare la tua musica; Ora, dolce Fabrizio, chiudo gli occhi e apro la mente... Mi piace immaginarti mentre parli alla tua chitarra e le chiedi di regalare le sue note al vento. Porti il nome di De Andrè e ovunque andrai, troverai, come lui, l'accordo perfetto tra la Bocca di Rosa, la Ballata dell'amore perduto e la Guerra di Piero. Perchè di guerra, obbiettivamente, non voglio più parlarne. In tutta coscienza. E anche se dovessi incontrarla, la tua anima buona la scambierebbe con un segno di pace. Sei d'accordo con me, Faber?