sabato 16 marzo 2024

NATO SOTTO IL SEGNO DEI PESCI

Nella notte sono nato, di domenica era l'una. Già di luce ero affamato, mi bastava anche la Luna. Era marzo, era inverno, di un diciassette qualunque. Del mio amore e del suo latte materno mi nutrivo dovunque. Ed il padre mio eterno non era un Uomo qualunque. Ho acceso quegli occhi, gli ho allargato i confini. Del tempo, i rintocchi e di una casa, i vicini. Cresciuto da solo, io unico e figlio. Pilota di volo, l'amico il mio appiglio. Amicizie di ferro e amori di fuoco. Sul cuore mio atterro, mai solo per gioco. Fortuna o destino, non sono scaramantico. Così l'odio cestino con l'aiuto romantico. Impugno la spada che spacca la roccia. Poi seguo la strada di un sorriso che sboccia. Che sia pietra o di sabbia, la mia spiaggia è stato un miraggio. Che trasforma la rabbia in un nuovo coraggio. Quello di amare la vita e chi me l'ha data. In discesa o in salita, comunque sia andata. Ed oggi è il gran giorno ripieno d'auguri. Da domani, forse ritorno ai miei anni futuri.