venerdì 31 dicembre 2021

(H)ANNO SBAGLIATO

... Questa notte un San Silvestro poco fiscale accetterà i nostri scontrini per questo altro anno da cambiare. Arriverà sornione come un gatto e proverà ad aprire quella gabbia dorata per fare volare via i nostri sogni d'oro. Anche se car(i)ati perchè non troppo curati. Ed io, sarto di strappi alle regole e di sorrisi strappati, riprenderò con un filo di voce, quel filo di un discorso di fine anno che non avevo ancora preparato. Seguirò il filo conduttore nel labirinto dei miei programmi scossi per uscire allo scoperto, con i nervi finalmente distesi. Parlerò alla mia tribù del buongiorno, alternativo nei saliscendi improvvisi di emozioni, speranze e sorrisi. Vi racconterò come siamo trasecolati, nel rivedere film muti del secolo scorso, in questi giorni poveri d'idee e ricchi di una misera nobiltà d'animo. Paradossi moderni di questi anni 20... L'essere positivo è ormai un più che toglie qualcosa; è' quel valore aggiunto al peso dei nostri progetti, che vogliamo sottrarre all'influenza di prospettive negative. Veniamo tamponati quotidianamente e constatiamo amichevolmente solo il lato negativo di questo incidente di percorso. Ci facciamo prendere per il naso e per la gola per uno scherzo del destino dal cattivo gusto. Succede allora che il nostro senso del dovere, si trasforma nel sesto ed unico senso di una paura incontrollata. Urge una pronta soluzione... Facciamo un frettoloso inventario di quest'anno terminale e proviamo a cambiare il vento, inventando un venti ventidue, fuori dai termini e da ogni logica. Bruciati dalla delusione di un fuoco d'artificio che non squarcerà un cielo buio, proviamo almeno a pagare lo scotto di nuove promesse neonate, da mantenere almeno fino alla loro maggiore età. Laici nei like social di auguri replicati e replicanti, sposiamo le cause di una nuova rinascita, portando in dote l'overdose necessaria per il richiamo alla vita vera. Allora, non ci resta che aspettare fiduciosi la prossima alba, sperando sia la più chiara, per quest'anno che verrà... Buon 2022, fedele tribù.

venerdì 24 dicembre 2021

A TE E FAMIGLIA!

... Natale tanto atteso, Natale un pò temuto, per chi non si è mai arreso e per chi, forse, ha ceduto. Giornate di festa, piene di corse e preparativi, di una speranza sempre in testa, per i buoni e per i cattivi. I bambini gioiosi, impazienti dei regali da scartare, e gli adulti golosi, sapienti nei piatti da preparare. Tombole, carte, panettoni e pandori, coccole, sorte, canzoni e sapori. Pensieri e parole sopra tavole colorate, scorrono da sole e nelle famiglie allargate. Tra uno stoccafisso e baccalà, guardiamo distratti la TV e un crocifisso di là, che fissa il sorriso di chi non c'è più. Urla, risate e monete sul piatto, per una ricchezza d'animo di un desiderio distratto. Si sente lontano l'eco di una nuova preghiera che trasforma il profano nel sacro di questa Santa sera. Spegniamo la luce e abbassiamo la voce. C'è qualcuno che cuce il proprio segno della croce. C'è un bambino che nasce nella religione di una fede nel mistero e nelle fasce di chi crede o non crede. Per quelli casa e chiesa che si preparano alla messa, ci sarà l'aria fredda e tesa di una silenziosa ressa. Nel calore di un termo o camino si ritorna in famiglia, nel tepore fermo e vicino di nuove lacrime sulle ciglia. Questo per voi è un augurio leggero, di un pensiero volante, per un Natale sincero troppo pieno del mio affetto importante...

lunedì 20 dicembre 2021

PADRE VOSTRO

... valli di lacrime salgono e scendono in questo giorno triste di una lunga memoria. Non hai scelto tu di andare via così presto, ma hai rispettato in silenzio il sonno profondo del nostro dolore. Ci hai lasciato pur sapendo che non ti avremmo mai lasciato da solo. Non ti sei lasciato andare perchè noi non ti avremmo mai fatto partire. Hai lasciato perdere un destino perchè a te piaceva vincere. Facile, mai. Non ti sei mai dato per vinto, da sempre convinto che la partita andava comunque giocata. Hai sempre rispettato le regole del gioco della vita, anche quando quella vita andava regolata perchè faceva troppo gioco. Hai preso a pugni la brutta compagnia con le carezze dolci dei tuoi occhi stanchi. Hai dato calci a quel pallone, gonfiato di un male invisibile e dei nostri sospiri, sostanza di paure e speranze. Dirigente e direttore di orchestre sudate di agonismo, giocavi in difesa per il colore di una maglia e urlavi nel calore di un attacco, creatore di un gol. Padre meraviglioso di un figlio con i suoi tacchetti bassi sopra un padre verde e di una figlia con i tacchi alti nella sua maturità precoce, colorata e quasi maggiorenne. Marito premuroso e amorevole, sempre attento a proteggere il tuo bene più prezioso. Casa e famiglia. Instancabile accompagnatore a tutto campo, hai cresciuto cento e più ragazzi, fratelli di braccia intorno al collo, compagni di capelli ribelli da asciugare e amici per sempre negli occhi umidi di sane risate. Con le lacrime. Quelle che oggi scendono amare e silenziose sciogliendo il dolce ricordo dei tuoi sorrisi. Ma oggi ci siamo anche noi, dolce Pino. Una squadra schierata di uomini e donne in quella divisa che ci ha vestiti tanti anni fa e ha coperto il freddo di un'adolescenza interrotta. E tu, come noi, non hai mai rispettato le regole non scritte. Ma oggi abbiamo fatto un'eccezione. Solo per te. Abbiamo preso a schiaffi un destino ingiusto e lo abbiamo relegato in tribuna, e a te abbiamo regalato una maglia da titolare. Per sempre. Buon viaggio amico mio.

mercoledì 15 dicembre 2021

GOCCE DI MEMORIA

Tutto passa. Ma qualcosa resta. E' il resto di un conto agrodolce che si presenta a noi, studenti e ripetenti negli esami ripetuti di coscienza. E' cosi ripassiamo in silenzio, momenti felici e periodi dolorosi prima di ogni lezione di vita. Quella che giudica i nostri calendari nel suo pregiudizo a denti stretti. Eppure anche chi studia una memoria, a volte corta e a volte piena, dovrebbe sapere che potrà essere futura di giorni sperati e per questo migliori. Lo so, perchè lo impariamo a nostre spese per tutta la vita, spesa a cercare una risposta accettabile ai nostri perchè. Solo ieri, le mie lacrime hanno rigato il mio viso impotente, affranto di fronte ad una sorte distratta, estratta tra le macerie di una profondità superficiale. Ancora oggi, queste stesse lacrime bagnano terreni fertili di una nuova rinascita. Per me vitale. Forse domani, si trasformeranno in gocce che faranno traboccare vasi sanguigni, comunicanti di baci schiacciati da visi amanti e festanti. E' questo l'amore che trabocca sulla bocca di tutti e pretende sempre una sua verità. Non è un peccato confessare la colpa di aver avuto parole sboccate verso un destino avverso... Nella primavera di un tempo disperso sono sbocciate però, in un senso diverso. Quello che oggi attraverso nel ricordo di un pensiero introverso. Illuminato da una stella esplosa al centro del mio universo, sono uscito con Lei da un labirinto perverso, ammirando lassù un cielo sempre più terso...

mercoledì 8 dicembre 2021

LA NEVE SE NE FREGA

Appena alzata, scende da un cielo bianco, coperto da coperte di nuvole invisibili. Non fa mai rumore e addormenta i suoni capricciosi di un paesaggio caotico. Candida pittrice, colora di bianco tetti fumanti e strade grigie, con la sua arte astratta e distratta. Lucente, illumina un nuovo giorno, Immacolato, e ne definisce i contorni con i suoi cristalli. Liquidi. Creativa, da forma e vita a pupazzi sorridenti e pendenti, scopliti dai guanti veloci degli artisti di strada. E' sostanza di palle sincere che colpiranno la schiena e le spalle di ore felici. Pura, è divertimento nei parchi a tema di una guerra fredda e di una pace rimandata. Ribelle, increspa un'aria finalmente pulita nel fumetto di boccacce soffiate di riso. Soffice, si posa dolcemente e si sposa dolcemente sopra una terra accogliente e silente, in attesa di un lungo letargo. Lieve, copre superfici distratte che amerà in profondità. Attesa, ci legherà con i suoi fiocchi ad un inverno imminente e noi, crudeli ed infedeli, li scioglieremo nei raggi indecenti di un timido sole. Ben arrivata comunque. Tu che cadi distratta dai nostri occhi sbarrati, oltre un vetro appannato e affannato dal nostro fiato sospeso. Gigante di cime altissime, sei bianca neve e ogni volta racconti una bellissima favola a tutti quelli che vogliono tornare nani e bambini. Con il naso, rosso, all'insù. Almeno per oggi.