martedì 14 marzo 2023

STATO DI POLIZIA

Noi che... siamo poliziotti avvolti dal calore di un bandiera tricolore e con lei, ci alziamo fieri, ogni giorno. Con i piedi per terra e lo sguardo verso il cielo. Con lo spirito e nel ricordo del sacrificio di tutti gli eroi che non ci sono più. Noi che... siamo modelli tirati per la giacca, da tutte le parti e da molti sarti senza stile. Al volante delle nostre decisioni, non sappiamo ancora se dare la precedenza a destra o a sinistra. Politicamente corretti, aiutiamo la mente a non fare politica e neanche polemica. Sempre puntuali ad entrare in servizio, anche fuori servizio, siamo al servizio di chi ci chiama, di chi ci ama e anche di chi ci odia. Perché siamo fatti così. Costretti ad essere indifferenti alle offese, liberi di essere insofferenti alle mancate difese o sofferenti agli attacchi frontali. Ma non è il tempo ne l’ora di fare le vittime di un dovere comunque giurato. Se non abbiamo scelto di nascere, lo abbiamo fatto consapevolmente per fare questa vita. Indossiamo una divisa che spesso divide questa Italia poco uniforme. Repubblicana o anarchica. Noi che... obbligati ad unire i diversi punti di vista e mettere a posto un disordine pubblico. Dottori promossi sul campo perchè pronti nel soccorso e veloci negli interventi. Noi che... dobbiamo correggere gli errori del sistema e reggere gli sbagli atei della nostra buona fede. Abbiamo una corazza che ci aiuta ad attutire i colpi di quelli che hanno scelto dì vivere rispettando un codice diverso dal nostro. Per noi è quello penale per loro è quello d'onore. O peggio, quello del disonore perché il vostro onore è spesso giudicato nelle aule di un tribunale. Il nostro giudizio imparziale è fondamentale quando lo mettiamo a disposizione nelle ore di un nuovo turno, ma diventa doloroso se si trasforma in un parziale pregiudizio. Noi che ... dobbiamo avere la forza razionale e controllata dì essere quella forza dell'ordine, a volte messo in disordine da sanpietrini di un dissenso protestante. Siamo la scorta emotiva di una democrazia che controlla lo Stato delle nostre nuove motivazioni. Noi che... a volte capita di cadere, feriti a sorte. L'importante è che non sia la causa di una debole tentazione. Noi che... anche con fare borghese, siamo nobili nell’animo, umili nei lavori socialmente utili e professionisti della legalità. Noi, persone offese da quelli che ci chiamano sbirri, infami, guardie, piedipiatti, questurini, panzoni, cellerini, pula, madama. Offese gratuite da quelli che non fanno sconti. Per noi che, alla fine dei conti, non facciamo calcoli. Ma non perché non li sappiamo fare. Semplicemente perché l'opinione, pubblica o personale, non è mai matematica.

venerdì 3 marzo 2023

IL BAMBINO E IL POLIZIOTTO

Questa è la storia di un bambino speciale che aveva tanta paura dei poliziotti. Un giorno ne ha conosciuto uno e, da allora, ha deciso di fidarsi. Matteo il bambino e Massimiliano il poliziotto. I protagonisti di questa storia lieta e senza fine. Vivono in universi paralleli e corrono lungo binari fatti di nuvole e stelle, oltre confini conosciuti. Come passeggeri distratti, viaggiano con la mente, sul treno dei loro desideri sognati, verso una destinazione senza destino. Quando sono insieme, parlano in un codice non scritto. L'unico che può aprire le porte del loro cuore condiviso. Il bambino è genio della lampada e luce negli occhi del poliziotto, accecato dal suo amore per la vita. Puro e fanciullo. Il poliziotto torna bambino nei giochi da grandi che inventano insieme. Il bambino è già grande nell'uomo che diventerà, nei salti degli anni che compie da solo. Le mani stringono i lacci dei loro abbracci in affitto e si sciolgono nel calore dei baci d'affetto. Causa ed effetto del loro riscaldamento globale. Il bambino è portatore di croce e delizia i pensieri labili del poliziotto, lasciandogli un segno indelebile. Il bambino è un gigante nell'argento vivo dei suoi anni più belli. Il poliziotto è un nano nell'oro colato dai ricordi dei suoi giorni vissuti. Il bambino è un vulcano che lava la sua incoscienza gioiosa. Il poliziotto, con il cuore in soffitta, è trafitto dai suoi occhi infantili, affatto scontati. Il bambino, fragile e incolpevole, crescerà con la forza consapevole del suo albero genealogico. Avvolto dalle foglie e dai rami che dipingono i volti di mamma Chiara e papà Luciano. Genitori meravigliosi che trovano sempre la forza nella meraviglia della loro natura. Fiori del bene mai recisi, forti di petali decisi a non cadere e dolci nel profumo di un'aria viziata dai suoi capricci leggeri. Ali e radici che lo fanno volare e camminare, sospesi tra la terra ed il cielo. O nelle stanze silenti di un'attesa sottesa e dolente. Tra respiri e sospiri, sostanze delle loro speranze. Il bambino ha regalato al poliziotto una presenza preziosa... tesoro che ha arricchito la sua vita, più vera e meno povera. Il poliziotto ha capito che, per due come loro, l'amicizia non si chiede mai. Uniti o divisi, giocheranno all’infinito nel prendersi in giro e lasciarsi qua e là. Come guardie e ladri. Scambiandosi i ruoli. Il poliziotto che ha rubato l'essenza del suo ridere ed il bambino che ha arrestato l'assenza del suo vivere. E quando viene sera, di dormire proprio non se parla perchè la pace dell'anima tace la stanchezza dei corpi. Perchè c'è ancora lo spazio per illuminare quella parte di mondo con la luce accesa di un sentimento. Dove i loro occhi incrociano sguardi e dolcezze nelle risate di favole raccontate e nelle carezze prima della buonanotte. È arrivata la sera. È tempo di andare. Il bambino guarda il poliziotto e gli stringe la mano. Un sorriso complice ed innocente rassicura il suo battito nel petto. Con la risposta, sicura, alla domanda di un tempo veloce, giudice del loro legame... Si Matteo, piccolo grande supereroe. Noi saremo amici per sempre.