martedì 13 ottobre 2020

RISIKO

Sembrava per lui una giornata come tante altre e invece si sarebbe sbagliato in quella risposta ad una domanda mai fatta. Cosa c'era di diverso questa volta? La natura, più viva che mai, ha dato il meglio di se dipingendo un quadro d'autore e odorando il vento di giorni d'estate finiti da un pezzo, ma quell'ultimo pezzo ha bruciato il suo cuore. Il grande e grigio freddo sarebbe arrivato molto presto, con le peggiori intenzioni. Si aspettava quel soffio gelido che avrebbe avvolto il suo Essere per congelarlo in un avere, di poco valore, avaro di nuove emozioni. Ma lui ha capito l'importanza di quel giorno mai più qualunque, giusto in tempo del respiro fugace di un profumo dall'aria diversa, pur sapendo che non era merito di una primavera ancora in letargo. Era un odore buono e caldo che lo ha condotto dentro un itinerario perfetto, con una condotta da 10 e lode. Ha seguito la scia, lasciandosi andare, sicuro che qualcuno lo avrebbe seguito, ascoltando, forse ingenuo, quel battito nuovo ed accellerato. Ha chiuso gli occhi, perdendo di vista la ragione, ascoltando il sentimento e prendendo per mano il suo istinto; ha fatto guidare lui, forse sapendo già dove lo avrebbe portato, fingendo di essere sorpreso. Ha aperto gli occhi perchè la velocità gli sembrava eccessiva e si è accorto che al suo fianco c'era una nuova lei, salita sul carro, di loro vincitori. Era ancora impaurita nel seguire il suo cuore, navigatore e troppo navigato... ma le ha sorriso felice facendogli spazio, nel tempo ignoto di una destinazione diversa, che aspettava solo il loro arrivo. E' così che è iniziato quel viaggio alla conquista dei loro cuori, ancora sconosciuti l'uno per l'altra. Anche Cristoforo Colombo, 500 anni prima, non sapeva a cosa sarebbe andato incontro, ma se non c'avesse provato, quella bella scoperta non avrebbe cambiato il destino del mondo... E anche loro, naviganti acerbi di un orizzonte accogliente, volevano trovare al più presto, quell'America che avrebbe cambiato per sempre il loro futuro...

venerdì 9 ottobre 2020

UNIPOSCA

... inconsapevoli autostoppisti persi ma non vinti, chiediamo alla vita segni indelebili del nostro passaggio, lungo di percorsi segnati e già assegnati. A volte mostri delle nostre paure e a volte principi dopo un bacio ranocchio, mettiamo in mostra al mondo le nostre gioie ed i nostri dolori... cicatrici e tatuaggi sulla pelle, che disegnano mappe della nostra geografia e raccontano le favole della nostra storia. Tesori nascosti o evidenti che danno quel pizzico di dolore che ci tiene svegli. E' comunque una questione di pelle... calda e liscia di una bruciante vanità nei falò estivi, fredda ed increspata nei mari freddi nei nostri inverni. Quelle ferite provocate e subite, che diventeranno croste nell'abbraccio sudato di pellicole molto trasparenti e poco traspiranti. Il tatuaggio è il nome proprio che diamo ai nostri ricordi, è la forma della nostra sostanza, è la coperta che scalda la nostra timidezza, è il passato che risponde presente al nostro saluto silenzioso, è il futuro che aiuterà la nostra corta memoria, è il segreto delle certezze che non sveleremo mai a nessuno, è lo sguardo timido che si nasconde al mondo ma non ai nostri occhi, è la carta d'identità che identifica i nostri valori, ogni volta che attraversiamo una crisi, è lo specchio, riflesso dei nostri contorni, che ci guarda dal basso verso l'alto, è la fotografia della nostra passione, frutto delle nostre fantasie, è l'inchiostro sottopelle che riemerge in superficie, è marchio di fabbrica, originale e mai fuori moda, è la macchia che non andrà più via, che non ha paura di farsi vedere. Il tatuaggio, ribelle, urla al cielo l’innocenza del suo canto libero ... spesso imprigionato nei pensieri galeotti e bigotti di penitenziari mentali, riesce sempre ad evadere da quell’ingiusta condanna, rifiutando orgogliosamente qualsiasi penitenza.

domenica 4 ottobre 2020

ENERGIA RINNOVABILE

... stanco di pensieri pesanti, a volte mi siedo, con la testa fra le mani e ascolto le parole del mio silenzio. Mi raccontano una nuova realtà che non immaginavo e, per questo, ne avevo paura dopo la mia prima vita appena passata... buffo pensare di ascoltare in silenzio il tuo silenzio. Ma le parole ruotano da sole negli ingranaggi del mio tempo...apparentemente fermo nell'illusione che ti concede, ma veloce ed inesorabile nell'incoscienza che ti toglie poco per volta. E rimango ancora seduto e forse sedato, nell'attesa che passi quel treno diretto per una nuova destinazione... non ho bagaglio a mano, non ho valigie, non ho biglietto. Ma questo non ha importanza; aspetterò la coincidenza di una nuova ripartenza, puntuale nell'orario imperfetto per chissà quale vita. E sono ancora sordo nel sentirmi fuori luogo, muto nelle parole mai dette e cieco nel far finta di non vedere una soluzione che è proprio lì, sotto gli occhi di tutti. Però ho ancora la forza di ringraziare il prossimo senza pregare nessuno, ho ancora la forza di dare anche quello che non ho, ho ancora la forza di guadagnarmi il rispetto di chi non mi conosce spendendomi al massimo, ho ancora la forza di ridere di sciocchezze contagiose, ho ancora la forza di piangere nell'abbraccio, permesso da occhi che mi conoscono, in fondo. Ho ancora la forza di riflettere delle mie forti debolezze e di rialzarmi sulle mie gambe, spesso fragili di vecchie paure. Riconosco che la vita si abitua ai nostri giorni già vecchi di ieri e capisco che bisogna essere proprio bravi a riabituarla alle novità, giovani di un nuovo domani. Questo sono io, preso e lasciato, da un disegno che non capirò mai, ma ancora curioso, nella mia infantile fantasia, nel volerlo colorare a tutti i costi..