giovedì 25 novembre 2021

maDONNA

Donna. Unica nel suo genere. Femminile. Guardia di un corpo divino da difendere e colta nella sua innocente fragranza di un dolce profumo da diffondere. Senza mai offendere il pudore e l'odore del sudore di un amore conquistato, a tutti i costi. Donna di casa, Donna di mondo, Donna bambina che fa il girotondo. Fiocco di neve rosa, figlia di speranze immacolate, Madonna laica e madre delle certezze per tutti gli uomini di buona volontà. Sacra e profana, colonna importante di una casa, buona di famiglia. Primadonna, modella e copertina di 1000 selfie, per uno stile della sua meravigliosa ed unica personalità. Musa ispiratrice di un amore platonico, romperà quel muso duro propriamente maschile con i suoi morbidi baci passionali. Lei, sognatrice di un amore a prima vista, si fiderà ciecamente di lui. Ad occhi chiusi. Donna. Migliore attrazione turistica dei nostri viaggi immaginari faidate. Lei, che è sostanza nel fascino di forme curvilinee che fanno sbandare, racchiude tutta la bellezza della natura... Le sue mani calde come la sabbia ad agosto muoveranno capelli morbidi e soffici di neve fresca. Nei suoi occhi profondi come il mare, nuoteranno sorrisi rassicuranti di tramonti montani, come un alito di profumo fresco e dolce dei campi colorati in primavera. Oggi però cari uomini... facciamo attenzione. Tutti sappiamo che ogni uomo ha dentro di sè una parte femminile. Anche l'inglese, linguaggio universale, ci insegna che uomo o MAN completa il significato del loro essere speciali e meravigliose. WOMAN e WONDER, appunto. La grande bellezza della loro natura da non contaminare. Sia al singolare che al plurale. L’amore non è mai una prova di forza. L’unica cosa che so è che ci mette sempre alla prova ed è forte con noi, deboli di cuore. Il grande freddo di una relazione non voluta non dovrà mai far salire quella febbre d'amore per una malattia di un rapporto geloso, morboso, possessivo e violento. Prendiamoci solo la cura necessaria e doniamola a Lei, per farla vivere libera nella sua scelta del medico migliore. Vanitosa e preziosa, rosa e mimosa, capricciosa e curiosa, misteriosa e premurosa, maliziosa e fantasiosa, sposa ed ambiziosa. Magnetica e fatale. Timida e morbida. Tentazione e bellezza, provocazione e fascino, audacia e seduzione, universo e mondo per noi uomini, eterni astronauti con la testa tra le nuvole e i piedi di piombo. In fondo non è poi così difficile. Scegliamo il gusto che più ci piace e prendiamoci gusto a rendere normale questo giorno speciale.

lunedì 22 novembre 2021

RIFUGI

E anche oggi mi sento schiavo di parole scritte in libertà e lascio, in disordine sparso, lettere scarlatte sull'oscena di un delitto imperfetto. Colto sul fatto dal fato ignorante, andrò lungo al mio processo e, forse, sarò giudicato colpevole d'innocenza. Tranquilli, non finirò mai più in una gabbia, in compagnia di una rabbia che ha ridotto in polvere e sabbia i miei castelli gabbiani. Mi sento in debito e moroso di un cuore in affitto e dovrò sfruttare la mia fretta per mettere a frutto uno sfratto improvviso. Chiunque abbia buttato chissà dove le mie chiavi, non sa che posso evadere quando voglio nei magici momenti di un nuovo buongiorno. Ora la mia fuga è reale come il leone da tastiera che divora i miei tasti dolenti. Corro lontano, ricercato nei contenuti e da un destino padrone che ha guidato, senza mani, la mia macchina del tempo. Passeggero distratto e di fatica mai distrutto, cercherò di trovare quella bussola, persa tra gli oggetti dei miei desideri. Mi servirà per togliere i punti cardinali ai miei piedi erranti, pellegrini e conclavi. Ho ancora passi da gigante per camminare sospeso sulla linea di un orizzonte conteso tra il cielo e la terra. Architetto visionario, costruirò un ponte, stretto e necessario, che mi porterà alla meta, (di)segnata a metà. Viandante paziente, rimango in attesa di un passaggio qualsiasi. Non importa se da uno sconosciuto o segreto. Aspetterò un mezzo pesante per viaggiare, senza limiti, con il peso dei miei stracci che ho strappato di dosso per mettere a nudo i miei pensieri stupendi. Non ho un piano preciso di volo ma non per questo mi fido e mi affido ad un pilota automatico. Chiederò il permesso di atterrare solo alla mia immaginazione, torre indistruttible del mio controllo emozionale. Ora però, senza tetto, avrei bisogno di un karma occidentale per orientare il mio percorso nomade e apolide nel suo stato mentale. Non più fuggente, colgo l'attimo e arresto la mia corsa di fronte una fissa dimora. Ora o mai più. Alzo gli occhi e le braccia davanti alla sua faccia armata di cemento. Ha tristi occhi di vetro, specchi riflessi nel fiume un Po lento, come il tempo aggrappato alle sue tende scure. Mi fa entrare, accogliente e ospitale, e mi accompagna nelle sue sale piene di donne e uomini con tanta, tantissima buona volontà. Giro e giro in tondo e cambia tutto il mio mondo, mai più vagabondo. Ascolto sussurri soffusi, nel silenzio di un gioco da fare più tardi. Vedo sguardi affamati d'aria fresca e di un'esistenza normale. Osservo passi lenti e svogliati che girano su rotelle fuori posto e fuori luogo, per loro che vorrebbero essere solo fuori di li. Loro, gemme preziose di mamme e papà, custodi gelosi di preghiere e speranze. Loro, che spediscono baci al vento di compassioni, proibite e represse. Loro, zecchino di voci mutate in sorrisi e canzoni da urlare al cielo. Loro, innamorati, abbracciati e pazienti di un camice bianco. Puro come dev'essere un amore istintivo. Primo, eterno, assoluto. Loro, bambini e ragazzi, fedeli ed amanti nei loro sentimenti da adulti di una vita futura. Da ricambiare. Ed io, infantile al cospetto delle loro mature coscienze, chiedo asilo in questo nido, che schiuderà un uovo uomo. Si questo è il mio posto. Chiudo la porta e metto la sicura, sicuro che anch'io mi prenderò cura di loro. Finalmente ho trovato quello che cercavo. UGI è casa mia. E lo sarà per sempre.