venerdì 30 dicembre 2022

DORIAN GRAY

Sono stato anch'io un bambino nei miei giochi di luce, tra le ombre di un futuro molto spesso sconosciuto. Ho sempre accettato tutte le sue caramelle, perchè mi è sempre stato impossibile rifiutare la dolcezza. A volte mi è rimasto l'amaro in bocca, fatto dei miei passi incerti e di un umore che faceva rumore. Era quel presente colpevole di aver fatto tornare al passato i miei sogni e bisogni. Ed io, infantile, volevo far ritornare al futuro la maturità dei miei anni acerbi. Sono cresciuto alla velocità di amori rubati ai giorni inconsapevoli della loro stessa fine. Bellissimi forse perchè incompiuti. Ho piantato sorrisi sulle mie labbra, voraci di baci e ho raccolto abbracci e amicizie. Ho bagnato con lacrime salate quegli occhi dolci che, da lassù, soffrivano di vertigini, timorosi di non essere mai all'altezza del mio cuore impazzito. Proprio lui. Il protagonista che batte forte le ore dietro il mio petto; lui che vuole vedere in faccia l'amore, stufo di essere vinto e convinto dai miei sensi. Ma io, artefice delle mie debolezze e carnefice della mia forza, l'ho rinchiuso per sempre nella mia cassaforte toracica. Costretto a fare il solito giro, lungo la circonferenza che l'ha portato allo stesso punto. Ed ora ho capito la sua follia... Ormai troppo adulto, ho vietato ai miei complessi minori, di suonare la sveglia al destino dormiente. Ho amato e odiato, ho urlato e ascoltato, ho parlato e taciuto, ho riso e ho pianto, ho vinto e ho perso, ho corso e ho dormito, mi sono fermato e mi sono perduto, mi sono lasciato e mi sono ripreso. Sono chi sono, non credo sarò qualcun altro. Sono tutto quello che ho. Per questo mi devo fidare e mi devo bastare. L'ho sempre fatto, nel bene dei miei sbagli e nel male dei miei sbadigli. Anche questa notte, quando ascolterò il vagito di un nuovo anno che nascerà. Chissà se mi darà il ruggito per una nuova avventura o toglierà la ruggine di una vecchia paura. Da domani proverò almeno a fare un quadro della mia situazione... pittore e peccatore, mostro il volto alla vita. E poi le dimostro, disinvolto, come non sia diventato un mostro. Per farlo, avrò solo bisogno di tanto, tanto inchiostro. Perchè sarà quello che servirà, alle mie penne e i miei pennelli, per fare del 2023 un anno ancora nostro! Auguri tribù.

venerdì 16 dicembre 2022

SEDICI DICEMBRE

Se dici dicembre, alleni la mente al Natale imminente. Se dici dicembre, c'è il freddo che bussa alle tue fragili ossa. Se dici dicembre, aspetti un regalo che non sia però un pacco. Se dici dicembre, quel fiocco di neve sorride alla tua anima lieve. Se dici dicembre, ti senti in affanno e più vecchio, al pensiero di un anno con il suo specchio. Se dici dicembre, sei il bacio e la bocca che un abbraccio ti scocca. Se dici dicembre, hai la stretta di mano che ti accompagna in un posto lontano. Se dici dicembre, vuoi la medicina e la cura per ogni tua vicina paura. Se dici dicembre, sogni la vacanza di un dolce tepore e di una magica danza che porta calore. 
Se dici dicembre, speri nel caldo per sciogliere il gelo e ogni suo triste velo. Se dici dicembre, sei la voce e la luce di un albero muto. La croce ed il canto del tuo amore voluto. Se dici dicembre, guardi la luce che riflette e poi cuce gli strappi di un cielo, nei suoi drappi e nel suo telo. Se dici dicembre, sei un pupazzo di lana... dalle tue sciarpe fino a giù, alle tue scarpe. Se dici dicembre, porgi al destino i tuoi cappelli. Per avere in cambio giorni più belli. Se dici dicembre, fai l'inventario di un tempo crudele, amandolo troppo, purchè sia fedele, Se dici dicembre, sei la lavagna del buono e cattivo.. gesso e calma per il primo, da cancellare per chi ne è privo. Se dici dicembre, aspetti l'arrivo di un anno in fasce, nel dubbio e speranza che cade e poi cresce. Se dici dicembre, sei abile nel perdere ancora i tuoi sensi... pigro o reattivo nel ritrovarli. Ma poi ci ripensi. Se dici dicembre, è il dolce ricordo di un antico rumore. E' il battito sordo, dal suono incessante.
Che bussa battente nel mio cuore combattente 

domenica 14 agosto 2022

PAPA' FRANCESCO

Imparerò a leggere tra le righe delle tue rughe, gli anni di una vita precoce, tolti alla tua adolescenza. Sei cresciuto troppo in fretta senza perdere mai la bussola che ti indicava solo uno sconosciuto Nord. Da fattore X, hai piantato, nella terra del tuo italiano imperfetto, le radici di un dialetto perfetto. E mastichi amaro nel pianto lucano di un lessico che ti fa ritornare in quella casa lontana. La tua Basilicata, casa e chiesa della tua mente innocente, smentita da un lavoro necessario. Operoso e operaio, hai fabbricato ore stanche e sudate, piene di sacrifici a quel dio denaro che non hai mai pregato. Compagno di tante proteste di piazza, hai alzato pugni chiusi come i tuoi silenzi domestici... sarebbe stato più bello aprirli in carezze desiderate ed imprevedibili. Avvolto in una bandiera rossa, hai tenuto sempre il volto acceso con il colore del tuo sangue ribelle. Hai mandato in fumo migliaia di sigarette nella cenere e nel fuoco del tuo carattere autorevole e fumino. Con quell'aspetto familiare, non hai mai fatto aspettare quei bisogni urgenti della nostra famiglia. Nulla ti ha mai fatto senso, perchè la tua amata natura te ne ha concessi più dei soliti 5... Quello del dovere, della giustizia, dell'onestà e della libertà. Sei un leone che non ha mai avuto una gabbia e combatti ogni giorno nella giungla di una burocrazia che vorrebbe sbranarti. A volte solitario, trovi compagnia nel mazzo di carte che maneggi meglio di un grande mago, mai pago delle tue vittorie scontate e bellissime. Proprio perchè senza trucco. Hai uno spirito divino, di birra e di alcol. Allo stato puro, come le tue risate contagiose. Un pò Don Camillo e un pò Peppone, sei un credente politico convinto che la mano sinistra debba sempre guidare anche la destra. Fidel al comunismo, mangi i bambini solo con i tuoi occhi profondi ed azzurri. Come quel mare che ti fa innamorare ogni estate. La tua rivoluzione russa ogni ora. Anche di notte, quando i tuoi russi invadono il silenzio del mio riposo. Con quell'aria da duro, viaggi sicuro nella fortezza di un muro. Quello che ho fatto cadere con i colpi del mio cuore. Tutto Tedesco. Sei mio padre ma anche il figlio di genitori che nuotano dolcemente tra le lacrime del tuo mare di nostalgia. Sei le braccia costruttive di una mente istruttiva che avrebbe meritato l'apertura di una scuola migliore, perfetta per la tua intelligenza. Quelle braccia che hanno aggiustato ogni cosa. Soprattutto la mia vita. Quella che mi hai regalato. Ti voglio immensamente bene. Auguri papà!

martedì 2 agosto 2022

SUPERMAN

Lorenzo mio, patrimonio dell'umanità. Quella che si è unita in matrimonio al tuo essere da quando sei venuto al mondo. Quel mondo che ha scambiato i sogni viventi di pace, con i segni roventi di una guerra tempestosa e rumorosa. Ma io e te, conviventi convinti, viviamo il nostro mondo tra le rose dei tuoi capelli ribelli che profumano i venti dei tuoi anni più belli. Già..i tuoi anni.... repressi e mai depressi, leggeri del peso della tua immensa anima, passeggeri distratti se li chiami per nome. Protestanti e cardinali che mi hanno eletto papà con grande (e)merito e spirito di sacrificio. Angeli e demoni che hanno sfumato il bianco candore della tua ingenuità infantile. Bruciata da una gioventù accellerata verso una maturità raccolta, frutto di una forte pianta stabile. Contro ogni tuo volere, contro un destino già segnato da qualcuno che si trovava in fuori gioco. Aldilà della linea della vita. Con la saggezza che hai dimostrato nei tuoi silenzi e nei tuoi sorrisi, nei pensieri persi chissà dove e nelle parole che non ci siamo mai dette. Figlie e madri di me e di te, padri entrambi di compassioni respinte e appasionati ricordi... Mai sopiti, mai accantonati, mai dimenticati. Tu, straordinario negli eventi che inventi e ordinario nel tuo disordine organizzato. Tu, che sei il mio One, il Leone ruggente, nato con il solleone d'agosto che hai sciolto il mio cuore gelato e lo hai cambiato con il dolce di un cuore caldo. Tu, che ti sei trasformato da ragazzo scolastico a uomo fantastico e reggerai sulle tue spalle robuste i pentagrammi leggeri e musicali delle tue risate contagiose. Tu, che porti un nome ed un cognome che faranno di te una storia importante. Quella che insegnerai con la potenza dei tuoi discorsi e la determinazione dei tuoi occhi. Sfidati e sfidanti di quelli che guadagneranno con la ricchezza della tua fiducia. Viaggia sempre... con le tue scarpe e la tua mente. Senza mentire mai a te stesso e a chi crede nelle tue fatiche. Ci sarà spazio per i tuoi grandi progetti. Perchè la vita, per tutti noi, è universo e università, con i suoi esami. Che non finiscono mai, ma sfiniscono le tue energie. Ma non averne paura... sarai sempre promosso perchè lo hai promesso alla tua infinita intelligenza. Che si sposa, bellissima, con la tua personalità autorevole. Anche nella buona fede di uno sbaglio non voluto. Non esaurire mai la fame che alimenta la tua spiccata curiosità... ti servirà per esaudire ogni tuo desiderio che metterà ordine alle tue aspettative. Quelle che non possono più aspettare e che ti spettano di diritto, senza più rovesci. E ricorda che non sarai mai più solo... se guardi indietro, butterò i sassi che i tuoi passi incontreranno nel tuo cammino. Se guardi in alto, La vedrai soffiare sul fuoco amico del tuo camino. Quello che ti scalderà per sempre. Come i suoi abbracci pieni di lacci. Oggi, nel traffico dei tuoi anni commoventi, festeggia con gioia e vola alto tra i venti dei tuoi anni. E così diventi il super di questo giorno che, per molti, è solo normale. Ed io, che dei buongiorno sono lessicodipendente, vado alla ricerca della mia dose quotidiana di lettere. Io, che ho fatto crack quando la mia eroina preferita era finita, sembravo spacciato. Ma ho vissuto grazie alla vena poetica che mi porta dritto al tuo cuore. Ti sarò per sempre grato per avermi salvato. Tu, figlio mio. Unico mio eroe stupefacente. Buon compleanno, Lollo!

venerdì 8 luglio 2022

BUONANIMA

Tutti noi, quando andiamo a fare un giro tondo, intorno al mondo, vorremmo lasciare tracce per farci trovare da un amore che ci liberi dai nostri nascondigli. Facciamo finta di non sapere, che c'è sempre una taglia costosa e stretta che può togliere gli alimenti alla nostra fame di felicità. Quella linea sottile, giudice severa, che separa la vita dalla morte. Una linea che si piega più volte su se stessa e non si spiega come per qualcuno sia retta nella rotta di un orizzonte sereno e per qualcuno sia sbandata, bendata e curva nelle spalle di giorni pesanti fatti di sere no. Una linea invisibile, libera negli squilli di una vita felice o occupata nel rispondere male alle nostre domande silenziose. Una linea interrotta che divide l'ordine equilibrato dei nostri anni con il disordine maniacale dei nostri malanni. Una linea continua che spesso non è in linea con i nostri principi reali, non essendo all'altezza della nostra corte. A quei conti che non tornano mai. Una linea immaginaria che, quando non la perdiamo, la prendiamo e non comprendiamo i suoi voli pindarici verso un altro mondo. Noi che pensiamo di essere aquile nel disegnare nell'aria, linee immaginarie e lei, aquilone, che ha già deciso per noi, insieme al vento, di segnare il confine tra la terra e il cielo. E quella linea diretta, un giorno ignoto, scriverà la parola fine sulla nostra schiena spezzata. Lasciando un dolore, eternamente vivo, nel cuore e nella testa di chi rimane. Nell'ultima scena per noi attori, apostoli e fuori posto. Protagonisti e antagonisti, di una vita che non abbiamo voluto, ma che abbiamo voluto comunque bene. Volata via con le ali di un angelo, lassù tra le nuvole, o caduta in volo laggiù per terra, raccolti dalle braccia di un Lucifero ribelle. Aldilà del bene e del male. In questo viaggio che nessuno di noi mai racconterà. 

giovedì 30 giugno 2022

MI SONO ROTTO IL CUORE (HEART ATTACK)

E' successo ancora. Ma senza successo. Mi è capitato di nuovo qualcosa di vecchio che non voglio buttare. Vorrei voltare pagina, ma la mia natura contaminata mi volta le spalle e anche la faccia. Un giorno è selvaggia, un altro è meravigliosa, un altro semplicemente contro. Con quell'aria da presuntuosa, è per metà orgogliosa e per metà rigogliosa. Pensa di essere eccitante, ma è solo febbricitante nel caldo/freddo di brividi brevi ma intensi. Carne dei miei muscoli e pesce dei miei silenzi. Ibrida, direi. Termica ed elettrica, lei corre e scorre, alternata, tra i miei nervi scoperti. Che sia banale come l'acqua calda, o fresca come l'acqua corrente, travolge e, soprattutto stravolge, la piena della mia testa. Lei che lava il vulcano di ogni mio buongiorno, è sempre alternativa tra l'essere naturale o frizzante. E alza la voce quando porto la croce e rimango indeciso a lasciarla... tra la foce di una rinascita desiderata o la sorgente di un risorgimento miracoloso. Chiedo un consiglio alla notte, quando cala la luce e si accende quel buio che ormai già conosco. Quello che toglierà il colore alle mie ore insonni. Ascolto il silenzio che tace parole chiassose. Cenere e brace di un falò delle mie vecchie vanità. Il freddo è tagliente e riposa sulla mia bocca che cuce e ricuce i miei sogni strappati. Raccolgo un sorriso perduto e risveglio il mio orgoglio deriso. Ma non basta. Devo trovare la forza tra la debolezza dei miei giorni feriti... quella che serve per non essere più debole nel forzare quei sentimenti che sento, e, ai quali, ultimamente, ho mentito troppo spesso. Padri e ladri di una felicità che non riesco ancora a governare. Inerme e solitario, continuo a giocare con carte false, in compagnia di una rabbia che almeno mi fa sfogare. E' vero... mi faccio del male ogni volta che cado dalle nubi e precipito sbuffando soffi di nostalgia e tristezza. Non guardo giù e chiedo perdono ai miei occhi chiusi. Loro che, quando perdono, fanno ancora acqua da tutte le parti. E così piove sulla mia terra, madre dei miei attimi fuggenti... avidi dei miei farò e aridi dei miei però. E in quegli occhi azzurro mare, finestra del mio Io, mi voglio gettare. Rifiuto qualsiasi salvagente, ancora gonfio del soffio leggero di tanta gente che mi ha salvato. Non serviranno pinne, fucili ed occhiali. Basteranno soltanto le penne per firmare l'armistizio di una guerra fredda e le panne per fermare la mia battaglia. Persa in partenza e ritrovata sul filo di lana. Avvolgente e calda. Ma sono nato per correre. Con tutto il mio fiato, soffiato nel riso di una vittoria annunciata e dolcemente attesa. Prima però, dovrò aggiustare il distacco sentimentale delle mie scarpe rotte. Troppo cotte dalle botte di una vita ubriaca. Devo farlo. Per non inciampare mai più.

giovedì 2 giugno 2022

BUONO DA LEGGERE

Il Salone ha ormai chiuso le sue porte. Ci ha lasciati fuori dal suo tempo e dal suo luogo, in attesa dei fiori che gli porteremo per la nostra prossima visita. Con quella magia senza inganni, ha usato il trucco della sua bellezza per riaprire il portone ai miei ricordi. Intensi, emozionanti, indelebili. Con la stoffa a mia disposizione ho tessuto infinite parole, incrociate tra le bocche scucite e gli occhi curiosi di storie sconosciute. Le nostre. Quel silente sconcerto di un monologo iniziale, lo abbiamo trasformato nel dialogo piacevole di un concerto improvvisato. E abbiamo fatto un bellissimo rumore. Musica per le nostre orecchie. Anche il silenzio è stato protagonista di quella voce sola e fuori dal coro. Che da lassù è stata l'eco dei miei sospiri strozzati. Ci siamo scambiati un segno di pace, nelle strette di mani mature, frutto delle nostre larghe intese. Persi in occhi sconosciuti, ci siamo ritrovati in sguardi complici ed affettuosi. Turista mai per caso, ho viaggiato con la mente tra gli stand by me di un labirinto fatto di libri e lettere, ascoltando il caldo frastuono di volumi e note. Colonne sonore, importanti e vertebrali dei miei giorni lenti, passati veloci, dedicati nelle pagine di una vita che non ho scelto e che sto vivendo a modo mio. Ho raccolto quel filo di voce per riavvolgerlo insieme a quel nastro tagliato dal destino. Ho inaugurato, così, una stagione diversa. L'ho fatto perchè ho chiesto al futuro domande frettolose e, beffardo, mi ha dato in cambio solo offerte freddolose. E alla fine ho trovato, una via d'uscita, grazie alla mia voglia d'evasione nel pagare quel conto, senza sconto. E che, da allora sto scontando. Adesso che vi ho incontrato facciamo il nodo a quel fazzoletto che non voglio usare mai più e facciamo in modo di non perderci più di vista. Figli di un dio minore, proviamo a fare il miracolo di uscire dal vicolo cieco di un'indifferenza che crea solo sofferenza. E sui fogli di do maggiore, ascoltiamo l'oracolo di una dea senza più le sue bende. Perchè le ferite di ogni triste ricordo possono guarire. Basta farle riposare tra le cicatrici dei nostri cuori. A volte pulsanti e a volte schiacciati dagli imprevedibili sbalzi d'amore.

giovedì 19 maggio 2022

LA CASA DI CARTA

Sfatto dopo quell'orribile misfatto, sono caduto da un letto ormai disfatto e ho rifatto il mio tetto con nuove stelle e vecchi desideri. Da sempre bisognoso d'affetto, non ho mai pagato l'affitto al mio cuore fatto a fette da un calendario fitto di nebbia. Moroso di questa vita in vendita, ho ricevuto uno sfratto affrettato e, per non essere più alla frutta, ho dovuto sfruttare le occasioni che mi capitavano a frotte. Così, ho riempito di fretta la mia valigia di cartone con fogli, penne e fantasia, pronto per un nuovo viaggio. Ho preso con me anche il coraggio per mandare a quel paese il miraggio di nuovi giorni felici. Smosso dalle migliori intenzioni, ho smesso di dare carta bianca al mio periodo nero. Sono stato immobile per troppo tempo nelle sabbie mobili dei miei pensieri deserti. Disertore e renitente alla mia mente divisa, travestita da uniforme, ho fatto leva sulle mie forze, marciando a testa alta davanti ai miei obblighi morali. Soprattutto alla gioia di essere un padre. A passo d'uomo ho camminato nelle mie scarpe e sulla mia strada, alla ricerca di un senso che non facesse più senso. In quel tempo di guerra, cercavo la pace dei sensi per mettermi al riparo dalle bombe "intelligenti", piene di fosforo e stupidità e dal fuoco amico di gelide nostalgie malinconiche. Mi sarebbe bastato un rifugio anti apatico e anti panico. Un luogo sicuro nel quale la mia anima potesse ricevere una cura. La migliore possibile per il peggiore dei mali. Impossibile da sostenere a lungo. A volte smarrito ma mai perso, mi sono ritrovato in quello che cercavo. Mi sono impegnato tanto per arrivare qui, protetto sotto portici di una carta in regalo, rumorosa e canterina. Ho pagato un conto salato per riascoltare il canto dolce della sua musica leggerissima, dando il giusto peso ai pentagrammi dei suoi DO RE MI FA SOL. Ho allenato duramente, la mia mente dura per fare quel grande "SalTo" e volare alto, dove il mio pensiero nasce libero e vive libro. Lassù, ho spaziato in quel grande Salone che mi ha accolto, con gran sorpresa. Oval, appunto. Il suo gusto e la sua bellezza hanno arricchito con nobile sapore, il mio umile sapere. Circondato dai suoi volumi, li ho alzati a palla per schiacciare a terra la beota ignoranza. Ed in questo maggio, ho ripulito la giungla dei miei giorni disperati, andando finalmente a tempo con il mio cuore selvaggio e il suo battito animale.

sabato 30 aprile 2022

MEDICINA ALTERNATIVA

Non è stato un caso se il caos ha abbandonato di corsa la casa dei miei sogni. Prima è scoppiato, ridimensionando le misure del mio tempo, poi è scappato altrove, nello spazio di un'altra dimensione. Ho aspettato, invano, un cambiamento, ma ho cambiato, vanesio, soltanto il mio aspetto. E così mi sono trasformato nel Killer spietato e senza pietà del mio stato. Mai pietoso. Lo giuro sul mio Io e davanti al vostro onore che sono stato costretto ad ammazzare il mio tempo. La mia anima non voleva colpe, ma sono lo stesso colpevole. Maggiordomo di me stesso, ho così riordinato le parole che non avevo mai detto ai miei pensieri, lasciati in disordine nei passaggi sbagliati dei miei vuoti a perdere. Ho rigato in punta di penna un disco rotto dal pianto, tra le righe di quotidiani paradossi. Con la speranza, viva nelle mie ossa e vegetariana nella mia carne, di un giorno buono da inventare. Che fosse alternativo non potevo ancora saperlo. Ho saltato gli ostacoli del mio cuore stanco, rigettato nei rifiuti di accettare una sconfitta immeritata. Esiliato e resiliente, ho rinnovato il passaporto per viaggiare in un altro stato. Da quello di necessità sono ancora in cammino verso quello del benessere. Soprattutto mentale. Ma non sono da solo. Ho chiesto un passaggio ad una strada diversa. Da allora, ho deciso di scrivere per sopravvivere ad una storia sbagliata e ho scelto di vivere per descrivere la geografia del mio nuovo mondo. Provando a rigiocare a Risiko, risicando di più e rosicando di meno. Ora voglio supererare i miei limiti, regalando un orizzonte sereno ai miei occhi curiosi, cancellando il suo confine e la sua fine. Felice di rivederlo. Nell'attesa, paziente, di alzare il pollice e l’indice di ascolto, verso un alto gradimento e un altro godimento. Ed è per questo che sto facendo un gran rumore, senza più remore, dando voce al mio nuovo tenore di vita. Soprano e sovrano della mia opera incompiuta. Forse teatrale ma drammaticamente vera.

giovedì 7 aprile 2022

LA VITA E' ADESSO

Non ci sarà mai competizione nella corsa contro il tempo. Partiamo già battuti, fermi ai blocchi di partenza. Lui che ha armi imbattibili... lancette che non si spezzano mai mentre girano in perfetto orario nel cerchio delle nostre vite. E noi geometri imperfetti nel volerlo misurare e spesso in ritardo nel consegnargli giorni felici. Molti di noi hanno provato a fermarlo negli attimi inconsapevoli di una gioia troppo corta per la nostra memoria. Altri lo hanno cercato, con sguardi umidi, nelle fotografie immortali e, forse, di un'altra vita; alcuni lo hanno perso nella speranza di ritrovarlo per farlo innamorare di loro. Di nuovo. Ma lui se ne frega delle nostre lusinghe. Questo non vuol dire che ci vuole fregare, ma si sfrega le mani se osserva chi prega per farlo cambiare. Il tempo, come tutti, nasce nudo e siamo noi e solo noi che dobbiamo fargli indossare l'abito migliore. Non troppo stretto per non fare male alle nostre comode abitudini e non troppo largo per non fare invecchiare i nostri desideri. Perchè è nel tempo che abitiamo e lui ci concede lo spazio necessario per dare la forma al nostro benessere. Il tempo. Sempre democratico nonostante le nostre critiche rivoluzionarie e anarchiche. Noi, che lo cerchiamo in continuazione nelle previsioni, a volte visionarie, e ci stupiamo sempre se non rispetta le nostre aspettative. Ma a pensarci bene il tempo non cambia mai. E' il Dorian Gray che vive nel riflesso lento del nostro specchio che invecchia. Qui e ora, ho imparato ad amare il mio tempo. Nonostante tutto si è dimostrato generoso con me. Quando sono povero d'idee mi arricchisce senza chiedere nulla in cambio. Come stasera. E credo, anche stavolta, di averlo speso bene. In vostra compagnia. Buona notte tribù.

mercoledì 16 marzo 2022

CURRICULUM VITAE

Mi chiamo buongiorno e non sono quel Mike. Mi aspetto un ritorno, non solo il tuo like. Sono quello diverso e anche l'alternativo. Vado giusto nel verso, un po etico e molto istintivo. Nasco spesso nella testa, cresco fine nel cuore. Se qualcosa di me resta, non ho fatto un errore. Non mi cerca nessuno perchè arrivo improvviso. A me basta qualcuno che sorride sul viso. Suono al tuo cell e consegno il messaggio. La notifica sul tel è solo l'assaggio. Dei pensieri in quarantena sono stato l'antivirus. Di una vita in altalena sono stato il suo bonus. Do inchiostro alla penna che da forma a parole. E il suo umore s'impenna, lassù fino al sole. Curo ferite strappando sorrisi. Con mani pulite e pensieri decisi. Sono letto e riletto, adorato o capito. Sono sogno o cassetto, ignorato o intuito. Mi hai dato coraggio, si proprio tu. Ti ho dato un passaggio verso questa tribù. Di solito esco e gli prendo la mano. In italiano è Tedesco, in amicizia è Massimiliano!

sabato 26 febbraio 2022

27/2/72

E' appena nata l'alba. Chiara e fresca come l'aria che muove la natura. E' il tempo perfetto per sfogliare l'album dei miei giorni vissuti... Accendo e spengo le luci e le ombre delle mie diverse stagioni, nella corrente alternata, tra l'amore solare e l'umore lunatico. Parte di fretta l'autunno, improvviso e sbadato, che ha fatto cadere le sue foglie e le mie certezze sui fogli di un educato buongiorno. Non potevo neanche immaginare che, da li a poco, sarebbe stato il saluto cordiale per la mia salute. Sopratutto mentale. E' arrivato poi il generale inverno. E' entrato, gelido nelle sue rigide intenzioni, senza biglietto, per una visita inaspettata e non voluta. Mi è entrato dentro e poi mi ha sbattuto la porta in faccia. Mi ha lasciato al freddo di una coperta troppo corta, per i miei ricordi giù di corda. La prima vera occasione per rubare preziosi momenti a questa vita distratta mi è capitata in primavera. Ho dovuto imparare di nuovo a camminare, tenendomi in piedi con parole nuove e condivise. Dritto, ho tirato sulla mia strada i miei sensi. Unici, stretti ed amici. Quelli che non ho mai perso. Ho iniziato poi a correre, facendo attenzione a non prendere storte, quelle giornate distorte, sorde da rumori molesti. Con l'estate finalmente addosso, ho avuto sempre un bel sole ed un'amicizia di scorta. Anche quando il buio della notte faceva impallidire la mia luna storta. E' stata una sorta di rivincita... la mia anima risorta è stata estratta a sorte tra le macerie di un crollo emotivo, insieme a quel motivo in più per continuare. Vi sembra poco aver voglia di VIVERE? E così, a cavallo di un sogno matto, ho cavalcato l'onda della sua corsa folle, in marcia verso un domani diverso. Adesso non m'importa più del perchè il silenzio non si è mai accorto del cambiamento della mia voce. Ieri rotta dal pianto, oggi libera nel canto. In fondo, da sempre sopporta i versi insonni dei miei pensieri e li conforta. Oggi però devo arrestare la mia velocità incolpevole, al limite dei tuoi 50 (+2) anni. Guardo una meta che ora può aspettare... a metà tra la voglia di fare festa ed il tuo dolce sorriso, sempre in testa. Per questo oggi ho acceso queste 50(+2) candeline di cera che mi hanno reso lucido e mi hanno fatto scivolare di dosso una nostalgia tenace. Ma adesso è l'ora di aprire i regali... Tu mi hai donato il 50 per cento di un amore vivente e magnifico. Il nostro Lorenzo. Figlio unico. In tutti i sensi. Io ti ho regalato il restante 50, fatto di orgoglio e resistenza. Quella che mi servirà per scontare gli anni di una sofferta solitudine e per contare i passi che dividono il nostro prossimo incontro. E quel giorno, quando mi riaprirai quella porta, ti truccherò la faccia con la panna della tua torta di compleanno. E allora si che rideremo di gusto. Di nuovo insieme. Come tanto tempo fa.

domenica 13 febbraio 2022

LA VERITA, VI SPIEGO, SULL'AMORE

Abituati a correre saltando qua e la tra gli ostacoli di un cuore da conquistare, ci buttiamo, vincenti, nei tentacoli di una storia d’amore. Ogni storia, sia essa ancora vivente o appena vissuta, può avere tempi diversi… un passato nel ricordo di tanti ieri, l’oggi di un qui ed ora che risponde presente, oppure il futuro e la speranza di un domani nascituro, eppure già maturo. L’amore tra due persone è sempre avvolgente perché è una questione di pellicola. Quella del film più bello da vedere, più e più volte… con repliche proiettate al futuro, nel ritorno di uno sguardo andato e perso negli occhi di chi ci guarda. E’ vero e puro per tutti quelli che si fondono nell’oro, dei loro anni più belli e preziosi, anche quando l’argento nei capelli di una terza età, rimane vivo nei giorni da rimandare al sonno del poi. E allora che siate i benvenuti e godetevi lo spettacolo! Signore e signori degli anelli, legati al dito da promesse giurate sulla bocca di uno stomaco, pieno di farfalle. Desiderosi e ricercatori di felicità ci fidiamo ciecamente di occhi non nostri e ci affidiamo, come figli, a stelle cadenti e polverose, mai più Soli, anzi più solari e raggianti. Diventiamo noncuranti agli sbalzi d’umore del tempo, a volte gentiluomo e a volte ladro degli attimi rubati alla nostra eternità. Tutti sappiamo che chi ama brucia. E chi vuole smettere di fumare spegne il fuoco della passione e riduce in fumo quegli anelli…buttati ad un vento di cenere che sporca un’aria non più viziata da baci arditi e ardenti. Stonati, proviamo lo stesso a schiacciare i tasti bianchi e neri di quei silenzi dolenti, convinti che una musica leggera possa rimettere in forma un rapporto diventato pesante. E se nessuno ci ascolta, diventiamo maghi improvvisati che trasformano i fantasmi invisibili ai dolori nel petto, nello spettro visibile di colori vivaci e sonanti di un amore nuovo. Chi è innamorato è felice come un bambino sulla giostra. Entrambi non vogliono scendere provando a rimanere aggrappati alla coda del tempo. Il bambino per fare un altro giro, l’innamorato per diventare immortale. In fondo, bastano due anelli per unire una catena vincente… una catena che non si spezza solo quando è libera di amare. Quei due anelli che, in piedi, ci fanno emozionare come un Otto volante. E se precipita, abbiamo sempre una scelta… o giocare al Lotto, tentando una relazione pericolosa con noi stessi oppure aspettare e sdraiarsi, tendendo la mano a quell’infinito che ci leggerà una nuova storia. Siamo tutti nella stessa barca, pirati di amori sommersi in mare aperto, custode geloso dei suoi tesori nascosti. Facciamo solo attenzione a non naufragare e andare a fondo, solo per toccare con mano una dignità perduta nell’amore non corrisposto. Pescatori solitari, butteremo un AMO sincero e aspetteremo in silenzio… pazienti, saremo medici nel togliere, con dolcezza, il gancio a quell’amore venuto a galla. Lo manterremo in vita, nel respiro profondo di un bocca a bocca. E noi, nel nostro mare di pensieri, stiamo in mezzo tra il dire ed il fare. E quanto è importante non tradire la fiducia del nostro prossimo congiunto…un lui o una lei che ci hanno regalato un’altra vita. La loro. Non sono bravo a dare consigli, ma questo vale anche per me. Togliamo l’accento a quei farò illusori e accendiamo quel faro, unico punto e luce di riferimento, di un amare condiviso. Anche quando è in burrasca…

sabato 29 gennaio 2022

ITALIA MATTARELLA

Oggi vi racconto una favola... C'era una volta, nel Regno di una Repubblica molto, molto lontana, un paese stupendo. Questo Belpaese era spalmato su grandi fette con un gusto sempre diverso... di polenta e nebbia al Nord, di guadagno e potere al Centro, di torta e terre al Sud. Isole comprese. Aveva la forma di uno stivale, galleggiante in mezzo ad un mare avvolgente, più volte colpito e quasi affondato dai suoi scandali al sole. La democrazia, molto cristiana, gli aveva dato una sana e robusta Costituzione, fondata su un lavoro, nero di rabbia, per la sua scarsa fattura. Gli abitanti di quel Paese avevano un grosso problema... Erano un po lentoni a capire le elezioni, imparando ben poco dagli errori ed orrori di orto(grafia) commessi da quelli che dovevano andare a zappare per loro. In quello stato ridotto c'era chi parlava, chi mentiva e alla fine al parlamento andavano sempre i soliti ignoti. La solita storia per quel popolo, infelice e scontento. Poveri Italiani... non sapendo nè eleggere nè scrivere, non riuscivano mai ad esprimere un candidato candido... al contrario veniva scondito da troppi canditi. Da vietare ai minori e maggiori. Come i cinepanettoni che fanno solo ridere. Facendo un cinema che fa solo piangere. Anche se era una democrazia, la confusione regnava sovrana. Che "casini" che succedevano ogni volta. "letta" la scheda e non capendo un "fico" secco, mettevano la croce sulla "casellati" sbagliata. Ora capisco perchè la chiamavano anche la Repubblica delle banane e dei "meloni"... probabilmente perchè era alla frutta! Per allenare quella Nazionale senza "speranza" ci sarebbe voluto probabilmente un "conte"... purtroppo era una squadra ingiocabile che commetteva solo falli da dietro agli italiani, con la testa sempre nel pallone. Ogni riferimento a luoghi e persone è ovviamente casuale ed è il frutto acerbo della fantasia dell'autore. Infatti, non esiste un regno dove i "draghi" volano. Però mai dire "di maio". Se qualcuno sosteneva che la pioggia scendeva anche per colpa di un governo ladro, io dico che non può piovere per sempre. La questione morale di questa triste storia può essere salvata solo da un unico grande eroe. Lei, caro il mio Presidente, ancora una volta corretto moralmente e politicamente. La crisi non guarda in faccia nessuno e quindi, come per tutti noi lavoratori, anche Lei vedrà la pensione allontanarsi di qualche anno. Anche se ha raggiunto quota 759. Lei, che ha giurato fedeltà, per sempre, alla sua amata Italia. Promessi sposi come "renzi" e Lucia. Come la capisco, caro Presidente. Si "salvini" chi può!

martedì 18 gennaio 2022

E BUONANOTTE AI SOGNATORI

... E quando il giorno sarà stanco della sua stessa luce, chiuderà le tende in questa parte di mondo e aprirà la porta alla sua amata. Eccola la notte... che arriva silente con le sue ore scure ed oscura il vetro dietro il quale ormai ci schermiamo da troppo tempo. La loro, è la storia d'amore più bella che io conosca. E forse la più struggente... Il giorno, curioso ed amante di attimi fuggenti, prova a spogliare la notte da quelle tende, paletti ed ostacoli del suo cuore negato. Ed ogni volta la notte vola via, rossa e timida, alzando quella polvere di stelle che accenderà, da li a poco, un sole imminente. Gli lascerà comunque un messaggio vocale e consonante, fatto da una musica consolante, piena di battiti ritmati da un cuore ballerino. non piangere per me... mi sentirai arrivare quando deciderai di farmi spazio, nel tempo lento di un tramonto. Orgogliosa e accecata da un dolore lucente, mi farai sparire nella dissolvenza sfumata di una nuova alba. Non preoccuparti, non ti porterò rancore... Perchè solo allora potrai finalmente toccarmi e godere dei colori, sapori ed odori che la mia natura ha creato per te... ti chiedo soltanto di non essere triste quando finirà l'incontro del nostro scontro fugace. Ti prometto che tornerò domani... Se puoi, trasforma quel pugno che hai nello stomaco, nella carezza che sfiorerà il tuo viso e fiorirà di rosa la tua bocca. Quella carezza della sera che addormenterà i nostri corpi stanchi e sveglierà dal torpore i nostri sogni immortali... Finalmente liberi, gelosamente segreti e meravigliosamente audaci. Buona notte, tribù...

domenica 9 gennaio 2022

MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO

Ognuno di noi è unico, anche quando riempiamo lo spazio di un cognome condiviso o segniamo il tempo sul viso dei soliti noti. Formato famiglia. Ma c'è qualcuno più unico di altri... sono tutti quelli che, come me, hanno vissuto senza fratelli o sorelle. Nei miei lunghi inverni ho sperato che la neve si sciogliesse in fiocchi rosa o azzurri che potessero stringermi per sempre in legami di sangue, carne ed ossa di un altro me stesso. Non è successo, ma ho avuto successo nel conservare quei fiocchi per regalarmi amicizie sincere. Unico muratore dentro quel cantiere rimasto chiuso, ho abbattuto le mie mura domestiche e mi sono aperto a quel mondo che mi aspettava. Al varco. Per farlo ho preso la palla al balzo e ho schiacciato ancora più forte contro il muro della mia solitudine. Ho raccolto i mattoni, pieni e solidi di pazienza, e ho costruito la grande muraglia dell'amicizia. Prima però, ho messo alla berlina quei muri di gomma che volevano cancellare la meraviglia della mia nuova facciata. Pirata instancabile, sono ancora alla ricerca di nuovi tesori, scegliendo il gusto fresco di un amico nuovo e sciogliendo nella cera una volta una scelta sbagliata. Ed ho imparato tutto quello che so, studiando le lezioni della vita insieme alle mie amicizie di sostegno. Sono finalmente cresciuto, raggiungendo quella maturità prima lontana e poi temuta, sempre accerchiato dagli amici che, dopo aver fatto quadrato, sono saltati nel mio cerchio. Come salvagenti, mi hanno tenuto a galla nel mare tempestoso e ancora più salato dalle difficoltà impreviste... che a volte ci scappano di mano. E così capisci che l'amicizia vera è quel valore aggiunto imposto al bene più prezioso. La nostra vita. Ma quante facce può avere un amico? Tante, tantissime mantenendo però lo stesso volto... possono essere da schiaffi, dati e presi prima di un abbraccio eterno, sporche di panna nelle torte di un nuovo compleanno, bagnate di lacrime dolci di gioie improvvise o amare di vecchi dolori, o da culo o fortuna, solo per il fatto di averlo conosciuto. Un amico non ti chiede mai nulla in cambio, anche se cambia la prospettiva dei nostri due punti di vista. Panoramici e bellissimi, proprio perchè diversi, sempre in linea con le nostre aspettative di giudizi costruttivi. Io non potrei mai fare a meno di loro, di voi. Anzi potrei fare sempre un più. Su un amico puoi sempre contare perchè ha i numeri giusti e perfetti, estratti dalla sua anima, che regalerà alla nostra ingorda felicità. Questo è matematico. E tutti sappiamo che non sarà mai un opinione...

mercoledì 5 gennaio 2022

VITA DA STREGA

La Befana vien di notte con le ossa tutte rotte, non è vecchia, è solo anziana, Viva Viva la Befana! A cavallo di una scopa, vola alto sull'Europa. Passa oltre la dogana, Viva Viva la Befana! Ha il cappello largo e buffo, ma non è mica il Grande Puffo! Ha una vita mai mondana, Viva Viva la Befana! Lei fa visita ai bambini e scende stretta nei camini. La sua casa è ormai lontana, Viva Viva la Befana! Porta dolci e tanti doni ai fanciulli troppo buoni, E' affettuosa e mai villana, Viva Viva la Befana! Dentro il sacco c'è il carbone per il bimbo un pò birbone. Con la gonna e la sottana, Viva Viva la Befana! Non ha freddo sulle spalle nella lana del suo scialle. Dorme poco, è una gitana, Viva Viva la Befana! Ha il nasone e solo un dente nella bocca sorridente. Sempre sola e un pò mattana, Viva Viva la Befana! Riempie calze, vuote e appese in case e luci sempre accese. Folli corse di gimcana, Viva Viva la Befana! E' puntuale il 6 gennaio, in quel dì parecchio gaio. Si sta a casa in settimana, Viva Viva la Befana! Del riposo è quel che resta, via gli addobbi della festa. La tristezza è fantozziana, Viva Viva la Befana! Che sia Befana o Epifania, porta un mondo di allegria. E' una donna, la più strana, ma sempre Viva Viva la Befana!