lunedì 13 febbraio 2023

LA DISPERATA RICERCA D'AMORE DI UN POVERO IDIOTA

C'era una volta, in un tempo smemorato e deforme, un uomo che, a nuoto, ha attraversato le fughe di un'esistenza, cascata in un vuoto ripido e rapido. Con quella foga che non l'ha fatto affogare, è arrivato, desolato, su un'isola deserta. Solitario, si è sfogato cercando segnali di una vita che, per come ha capito, è sempre di chi ama. E lui, da quel giorno, la richiama all'ordine, per riprendere il senno e non perdere più il sonno. Con la faccia ancora addormentata, si alza sulle sponde del suo letto d'acqua e, da sempre tormentato, risponde alle domande di onde troppo saccenti. Fa fatica a risvegliarsi dall'incubo di un destino infedele che ha tradito la sua fiducia nel futuro. In quello specchio increspato riflette stanco, con riflessi lenti, nella timida luce riflessa di un mattino audace. Amareggiato, non gli resta che aspettare la prossima marea... e soprattutto sperare che non sia un'altra mareggiata. Chissà se sarà alta di baci caldi e tempestosi o bassa di cuori calmi e piatti. Lui, è così. Agitato come il mare che osserva e balla al limite dei suoi piedi fermi e nudi. Troppo feriti dai sassi sinceri sui quali ha camminato e quasi detriti nei passi falsi nei quali è inciampato. L'uomo vorrebbe trasformarsi in un pesce e parlargli con parole nuove... quelle necessarie per dar voce al suo film muto. Il mare, di solito aperto, gli chiude, invece, la bocca con acqua e sale... ed il bruciore fa male in quella ferita senza margini che non vuole rimarginarsi. L'uomo si riscopre fragile, nudo, e si copre con le incertezze della sua anima spoglia. Rischia però di annegare nel suo voler negare l'evidenza di una realtà pressante. Ci vorrebbe una ciambella per salvarlo e non farlo cadere nel buco della sua lealtà stressante. O forse ha solo bisogno di vernice fresca per coprire la ruggine di una storia che ha fatto acqua da tutte le parti. La sua isola si è ormai trasformata in una gabbia dorata dentro un castello di rabbia, costruito sulla sabbia delle sue clessidre. L'uomo ha solo sete di sapere dove andranno a finire i suoi dubbi salati e pesanti e, in un sonno leggero, cade sconfitto. Almeno li, dentro i suoi sogni, può immaginare ancora un'ancora di salvezza. Fatta con dolci risposte, ripiene con poche calorie e molto calore. Dentro una vita, che deve restituirgli il timone del suo presente e annacquare il timore del suo futuro. In cambio, gli offrirà una bevuta alla sua salute. Tanto precaria quanto il suo tempo indeterminato. E, forse, un giorno quell'uomo capirà la differenza tra il coraggio del mare e la sua paura di amare. E finalmente, quando succederà, ammirerà, attraverso il vetro opaco dei suoi occhi antichi, il candore di una nuova superficie. Sulla quale vedrà riaffiorare e rifiorire quel tesoro da troppo tempo sommerso. Che, in fondo, per tutti è l'Amore desiderato.