venerdì 8 maggio 2020

CANTICO

CANTICO

Finalmente libero di uscire allo scoperto, senza paura di essere scoperto, mi scopro di una coperta troppo corta, avido ed ingordo di nuovi occhi da incrociare.
Mi spruzzo sul collo un vecchio profumo di libertà, per fare innamorare quella vita lasciata a metà e senza spiegazioni, piegata su se stessa dal dolore, ma non ancora spezzata del tutto.
Mi lascio guidare da gambe impazienti che fanno da spalla a pensieri di nuovo in disordine.
La destinazione è ignota ma non ne ho paura. Il paesaggio è la mia carta d'identità, la bicicletta è la mia patente, il cielo è il mio passaporto ed il sole è il mio Stato.
Pedalo nel vento, contrario alla sua direzione, contro una corrente che insegue il suo corso e corsara di tesori perduti.
Ho alzato polvere di terra dietro di me ma non l'ho fatta mangiare a nessuno. Sorrido sotto un cielo azzurro, stanco di una distanza percorsa e sconosciuta, misurata, fino ad ieri, da stanze stanche e cieli bianchi, conosciuti fin troppo.
Penso che sarebbe meglio fermarsi anche se ho il verde, di un prato tutto intorno a me.
Questa volta voglio dare la precedenza a tutte le cose che mi fanno stare bene e che, in precedenza, ho accantonato troppe volte. Come un accattone, ho elemosinato spiccioli di felicità che ho speso subito, senza essermi speso troppo. Che strano... eppure non mi sono mai risparmiato.
Devo fare tesoro di tutti i miei errori, che continuerò comunque a fare perchè, grazie a loro, ho sbagliato sempre di meno. Sarebbe un grave errore non commetterli più. E comunque non è il mio caso, perchè sbagliare mi viene sempre nella maniera più giusta e naturale.
Naturale, come l'orizzonte che in questo momento mi sta abbracciando e non mi vuole lasciare andare. Gli sussurro che mai lo lascerei, ma sarebbe meglio lasciarsi andare ed ascoltare le parole che non ci siamo mai detti.
Perduto, l'orizzonte mi lascia un'altra possibilità e va a cambiarsi d'abito per una sera imminente.
Ormai solo, mi incanto ancora nell'ascoltare il suono del canto di questa natura incontaminata. Ho rischiato, però, di contaminare la scena, con un'oscena rappresentazione dei miei pensieri minati.
Ma la grande bellezza della natura è propria della sua natura... dolce, accogliente e mai vendicativa. Infatti, ha colorato il mio volto, dipinto di nuovo con un verde di spighe, un giallo di girasoli ed un rosso tramonto. Riprendo la corsa e pedalo verso casa, lasciandomi alle spalle una natura più viva che mai; riuscita ancora una volta a bonificare il mio spirito, ieri inquinato da lacrime versate e a proteggere la bontà del suo terreno dalle mie scorie mentali che, vigliaccamente, volevo sversare.
Buona giornata

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