giovedì 3 settembre 2020

DONNA CON LA GONNA

Ero bambino e la vedevo sempre li, indaffarata in cucina, indifferente ai suoi pensieri, afferente ai desideri degli altri, differente dalla severità di una mamma che da li a poco la chiamerà, sofferente nei suoi acciacchi del tempo, i migliori amici dei suoi ultimi anni, unica referente di richieste pressanti dei suoi nipoti, affamati di abbracci e piatti che solo lei sa dare e preparare. Lei sempre con le mani in pasta e pastiere, fatte in casa, museo di generazioni, passate in salsa di pomodoro e future di un cellulare dai grandi tasti. Lei, che risponde sempre presente ai nostri impegni proiettati in serate di cinema, ultime cene o lavori di ore straordinariamente ordinarie o semplicemente svago personale, dal vago senso di colpa. La nostra nonna è ferma, sola davanti ad una scuola, nella dolce attesa di un nipote che accenderà il suo pomeriggio ed infiammerà il suo cuore. Quella scuola che ha frequentato troppo poco, perchè doveva obbedire ai doveri domestici di una famiglia che l'ha istruita leggendole i suoi diritti. Sarebbe stata una studentessa modello, in qualsiasi tipo di corso, perchè fuori non poteva proprio andare. Che sapore le sue pietanze dal gusto perfetto, lei che non ha mai letto un libro di cucina o visto Masterchef. Sarta e stilista con i suoi ferri del mestiere... aghi ed uncinetti, bacchette magiche che trasformavano fili e gomitoli in sciarpe, maglioni e tovaglie, custodi eterni del suo odore. Sorridente e paziente nell'orlo di un pantalone da accorciare o una gonna da allargare, per noi impazienti e clienti peggiori, sempre sull'orlo di una crisi di nervi. Anche se rimane da sola attacca bottoni nel cinguettio di un orologio a cucù. Affezionata e gelosa di quel vestito consumato dal tempo non ancora scaduto, tenuto in vita da quel grembiule tutto colorato. Come un pianista instancabile guida, sicura, quella macchina da cucire con mani rugose e piedi callosi, senza la patente ma attenta ad ogni segnale di pericolo. La mia nonna, padrona perfetta di quella casa che l'ha resa schiava di vetri da pulire e tende da staccare. Sorridente ed accogliente nelle nostre visite inaspettate, anche se accompagnati da qualcuno che non ha mai visto, ma visto che c'è, per lei è già uno di famiglia. Lei che ha sempre qualcosa di acceso... un fuoco lento per quel sugo da preparare, un televisore catodico che le fa compagnia, una lavatrice per lavare in famiglia i nostri panni che riesce sempre ad indossare. Lei con le gambe gonfie e stanche ma con il cuore gonfio di aria leggera, in attesa sulla porta di casa, di nipoti urlanti e scalatori di piani, alti di risate sguaiate. Auturevole Presidente di un consiglio retrò, capo e governante di noi, deputati, a prenderla sempre in parola; Ministro, con portafoglio, delle Finanze rigoroso, che usa ancora il denaro contante con tanta parsimonia... lei, mai scontata, che chiede un pò di sconto tra i banchi del mercato sotto casa e noi, ancora stupiti e forse stupidi, nelle corsie e nelle logiche da centro commerciale. Ministro di culto, tutta casa e chiesa, perpetua e fedele, croce e delizia, nel pellegrinaggio della sua camera da letto, addobbata di rosari e madonne. Lei forte a sostenere il peso dei suoi anni, che la fanno sbandare nella curva della sua stanca schiena e nel passo zoppicante delle sue ciabatte di panno. Lei, un po bambina con le sue pillole arcobaleno che danno colore a quel mondo, sfumato di grigio e sfocato di occhiali spessi e cataratte. Nostalgica di foto ingiallite e pallide o in bianco e nero di cornici vintage, che mostrano nostalgiche, un vecchio paese d'altri tempi, che forse non esiste più.. Un po sorda nell'eco dei suoi lontani ricordi e non udente nel S.O.S. delle sue dentiere, affogate in un bicchiere. Mamma di figli, a volte ingrati di visite fatte con il contagocce delle sue lacrime che non vedranno mai e madre di nipoti da crescere, nel vizio sfrenato e senza freni. Semplice, concreta, vera, amorevole. Geometra di cantiere che prende le giuste misure con i centimetri arrotolati, per cercare di terminare la sua Sagrada Familia. Donna senza tempo, che non perde tempo ed il vizio di viziarci, dall'età indefinita... un po fumetto e un po Eta Beta che con le sue magiche tasche, riesce sempre a viziare noi bambini e anche l'aria dei suoi armadi, con le sue infinite caramelle alla menta e palline di naftalina. Adesso, cara nonna, goditi il meritato riposo. Quello dei giusti. Quello che si concede, con pudore, al rispetto della fatica e al cospetto del sudore.

1 commento: